background














press
" Roberta Ubaldi utilizza lamiere di ferro in cui l’ossidazione diventa parte dell’opera pittorica. Mano raffinata ed elegante, domina l’anatomia con grande maestria e talento. Spesso indugia in singole parti anatomiche che sigilla in gesti semplici, evocativi. Di rara grazia formale. Ubaldi ha una cifra stilistica che la rende subito riconoscibile a partire dalla quasi assenza cromatica, i suoi dipinti gravitano intorno alla ruggine, si fondono con la materia e accelerano sull’arancio, unica sorgente di colore. La sua figurazione diventa quindi materica, si fonde e si forgia nel ferro, risorge nell’eleganza del tratto e nel messaggio, sempre foriero di bellezza. Forse le sue opere ci raccontano di cosa resterebbe dell’uomo se dell’uomo non restasse più niente."

"Roberta Ubaldi uses iron sheets in which oxidation becomes part of the pictorial work. Refined and elegant hand, she dominates the anatomy with great skill and talent. She often lingers in single anatomical parts that she seals in simple, evocative gestures. She of rare formal grace. Ubaldi has a stylistic code that makes her immediately recognizable starting from her almost chromatic absence, her paintings gravitate around rust, merge with the material and accelerate towards orange, the only source of color. Her figuration therefore becomes material, she melts and is forged in iron, resurrects in the elegance of the line and in the message, always a harbinger of beauty. Perhaps her works tell us what would remain of man if there were nothing left of man."

Barbara Codogno (Critica d’arte e curatrice)



" Lamiere di formato diverso, ossidate in maniera mirata a mezzo di bagni d'acqua, stracci e mordenti naturali, diventano la base reattiva di una sapiente pittura a olio, lavorata a partire dal colore medio. Roberta Ubaldi si rifà in maniera dichiarata alla lezione anatomica rinascimentale, fondendola però, con un'informalità tutta contemporanea, al disegno organico del supporto: ne risultano visioni efflorescenti, metamorfiche e luministiche, sempre in bilico tra definizione e dissoluzione delle forme. Nel caso della mostra di Rieti, la circostanza che le opere raffigurino corpi femminili attraversati dalla maternità aggiunge una suggestione ulteriore, quasi il lento stabilirsi della vita avvenisse insieme nel soggetto, nell'immagine e nella materia stessa dell'opera, definendo ogni lastra come un'inedita e sorprendente matrice."

"Iron sheets of different sizes, oxidized by waterbaths, rags and natural mordants become the reactive base of an oil painting. Roberta Ubaldi's art recalls, in a declared way, the Renaissance anatomy lesson, however, blending it with the organic design of the support through a contemporary informality way: the result is metamorphic and efflorescent visions of light, always hovering between definition and dissolving figures."

Luca Arnaudo (scrittore, critico d'arte)



[...] Peculiare è la maniera di Roberta Ubaldi, che fa emergere le sue figurazioni tra le ossidazioni sapientemente modulate sulle lastre metalliche.
Sono proprio le forme delle macchie rugginose, determinate dalla tecnica d'esecuzione ma pur sempre sottoposte alla casualità degli eventi, a suggerire all'artista le immagini da visualizzare.
Memore del michelangiolesco concetto neoplatonico, secondo il quale il soggetto era già contenuto nel blocco di marmo e lo scultore doveva aiutarlo a uscire fuori, Roberta Ubaldi lo traspone in pittura (con)fondendo i toni dei pigmenti con quelli della ruggine, in modo tale che le immagini sembrino germinate per naturale processo chimico-fisico.[...]

[...] Unique is the way Roberta Ubaldi makes figures emerge, between oxidations skillfully modulated on iron sheets. Here it is the shapes of the rusty spots, determined by the technique of execution but still subject to the randomness of events, to suggest the artist images to visualize. Mindful of Michelangelo's neoplatonic concept, according to which the subject was already contained in the block of marble and the sculptor was there to help it to come out, Roberta Ubaldi then transpose it in painting, blending the pigments tones with rust, so that the images appear to be germinated by natural physico-chemical process.[...]

Dott. Francesco Santaniello (critico e storico dell'arte)



" Ci sono luoghi, come l'Umbria, che mi piace definirli "luoghi dell'anima".
Aldilà delle proprie, personali e rispettabili credenze, religioni o quant'altro, trovo che questa regione sia pregna di spiritualità.
Una spiritualità diversa da quella "istituzionale", quasi privata, intima, che nasce dalla terra, dal suo passato ed anche dalle persone.
Un artista che nasce in Umbria è un artista fortunato!
Ha comunque la possibilità di viaggiare, scoprire, conoscere ma allo stesso tempo il suo sguardo, ogni volta che rientra nei propri luoghi, affonda e si rivolge a quelle "origini francescane" che hanno determinato lo sviluppo del "pensiero libero"dell'arte.
Tutto muta, nulla è eterno. Si chiama metamorfosi.
Un ammasso di ruggine oggi, molto probabilmente era ieri un oggetto quasi indispensabile!
L'arte di Roberta Ubaldi è carica di spiritualità e di ruggine.
Rimanda immediatamente a quelle immagini risalenti al II secolo d.C. della piana del Fayum.
Quella straordinaria serie di stele e ritratti ancora avvolti nel mistero ma allo stesso tempo fonte di ispirazione di molti artisti.
Suggestivo.
Sì, si può definire suggestivo, il lavoro dell'artista Roberta Ubaldi.
Suggestivo in quanto suscita immediato interesse, curiosità ed emozione.
Fermarsi o meglio, soffermarsi davanti ad una sua opera è come gustare un buon bicchiere di vino rosso, piemontese o toscano, magari d'annata.
Immediatamente riconosciamo un sapore già nostro, ne cogliamo i profumi, apprezziamo la struttura e ne gustiamo l'intero corpo al palato.
Così avviene per un suo dipinto.
Lo guardiamo, ne scopriamo la struttura, e lo sentiamo "familiare" e anche dopo averlo fatto decantare un po' nella nostra memoria rimane a noi vicino.
E non ne conosciamo il motivo.
Il segreto sta nella magia di sapere unire gli elementi.
Un segno del tutto informale, decontestualizzato che nasce dalla pura gestualità e dal saper gestire la materia dalla quale, come in un incantesimo di medioevale memoria, appare un volto, una figura, che immediatamente ci rimanda ad un qualche cosa di conosciuto, di vicino, di nostro.
Uno sguardo, un abbraccio, un viso, a volte un busto femminile sono solo gli elementi già noti che rendono estremamente leggibile questa pittura.
Una pittura molto più complessa ed intimista di quello che può emergere da una analisi superficiale della stesura dipinta.
Di fatto, dove finisce l'esecuzione inizia la ricerca.
Una ricerca fatta di esperimenti, tentativi e lavoro, tanto lavoro che ha portato l'artista a i risultati che abbiamo davanti al nostro sguardo.
L'artista adotta il ferro come superficie "ideale" per il suo lavoro.
Il ferro come elemento della terra, inerme ma allo stesso tempo vivo, forgiato sì dall'uomo che lo ha reso lastra, ma che continua il suo mutare attraverso il passare del tempo.
Il ferro come base, come elemento scenografico, come campitura, che con i propri segni nati dall'erosione della ruggine , veste i panni del complice dell'artista, e lascia una traccia ben visibile sull'intera area dell'opera.
Di fatto è proprio l'ossidazione dell'elemento ferroso che trasferisce al lavoro della Ubaldi, quell'aurea di mistero e teatralità che lascia gli spettatori con il fiato sospeso fino alla scoperta dell'elemento figurativo.
Il risultato è ottimo, come detto all'inizio: suggestivo.
Dove, dopo una percezione iniziale di caos, ogni elemento trova il proprio equilibrio risultando omogeneo, armonico e ben distribuito. L'analisi del soggetto è attenta, con un netto riferimento ad un passato legato al classicismo senza molestare o invalidare l'informale espressività caratterizzante di questi lavori. La pennellata è a volte velata, altre morbida altre ancora quasi virile.
In passato, mi è già capitato di "imbattermi" nel lavoro di questa artista, se non ricordo male in un paio di occasioni se non di più.
Una sicuramente durante una manifestazione di beneficenza legata ad una raccolta fondi per una associazione per la ricerca sulla fibrosi cistisca dal titolo provocatorio "Mangia le Prugne" ed in un'altra, fra i finalisti del Premio Combat a Livorno.
In ambedue i contesti mi ero ripromesso di approfondirne la conoscenza.
Bene, questa mostra me ne ha dato la possibilità ed ho scoperto il talento naturale che determina la cifra pittorica di Roberta Ubaldi.
Un'artista contemporanea nata in terra umbra, regione molto legata alle tradizioni ma allo stesso tempo, la terra che ha dato anche i natali quell'Alberto Burri che tutti noi conosciamo e riconosciamo, che ha rivoluzionato gli schemi dell'arte contemporanea lasciando una forte eredità intellettuale ed espressiva a tutti gli artisti nati in quei territori dopo di lui.
Come la protagonista di questa mostra.
Una giovane artista contemporanea nata a cavallo fra il '300 ed il XX secolo.
In una calda giornata d'estate all'ombra di un cipresso. "

ROBERTO MILANI (Gallerista, critico d'arte)



" Tutto cambia.
E' il principio fondante del concetto di Evoluzione.
E' quanto di più naturale ed inevitabile ci sia in quel fenomeno straordinario che chiamiamo Vita.
Guardiamo il mondo e ci rendiamo conto di appartenere a quella corrente di trasformazione che niente e nessuno lascia escluso, indenne, immune, tanto che nulla conserverà lo stesso aspetto per sempre.
In primis la Bellezza, fugace ed effimera per antonomasia, che subisce senza indulgenza alcuna quest'effetto rivoluzionario.
Persino l'atto finale del morire non è da considerarsi come "stato" di cose se non come passaggio.
Inevitabile, meraviglioso transito al Nuovo.
La Metamorfosi è dunque un processo prezioso dell'esistenza, almeno se si assume che il cambiamento non sia una perdita, ma una possibilità che va afferrata, sedotta, sfruttata in quanto fonte di nuovi profili e stimolanti realtà.
L'Arte, facente parte della vita, non si sottrae alle medesime regole processuali ed è da questo assunto che trae ragione e nutrimento il lavoro artistico di Roberta Ubaldi.
Alleata di Crono, la pittrice ternana vede nel cambiamento un'opportunità stilistica e trova nelle lastre di lamiera modificate dall'azione spontanea degli agenti esterni il suo personale strumento di espressione.
Lascia dunque che il tempo faccia il suo corso, che realizzi quelle mutazioni della materia dentro le quali successivamente inietterà la sua dose di Umanità.
Le immagini che emergono tra le macchie del ferro ossidato assomigliano ad echi di umanità, sono caratteri celati, emozioni espresse con la misura della discrezione e del timido riserbo.
Sfuggevoli come alcuni sguardi, imprevedibili ma intensi come gesti non studiati, ci sorprendono e ci suggestionano come un incanto pari ad un sortilegio.
Impossibile non accorgersi che dietro queste opere c'è un 'animo femminile.
La delicatezza della sua interiorità si esprime attraverso pennellate che fanno rivivere membra aggraziate in posture di materna accoglienza.
Altri sono occhi che sembrano "vergini" al mondo, porzioni di viso che si espongono confuse dal velo "rude" della ruggine che è insieme maschera e protezione.
L'armonia delle forme, i colori tenui di luce soffusa, i contorni sfumati, tutto parla di un garbo di natura venusiana.
Roberta costruisce un'altalena che accompagna le nostre sensibilità dal passato al presente e viceversa, ripescando dalla memoria del tempo sentimenti che fa riemergere come nuovi su uno sfondo che è già vissuto.
Un'alternanza che mescola il fascino dell'antico la cui bellezza è insita nella sua propria corruzione, alla "pulizia" dei lineamenti appena accennati dai colori ad olio.
Ed in tutto ciò, il supporto di lamiera rivive, vibrante di nuova anima, e va oltre, si spinge più in là, esattamente come la preposizione greca "Meta" vuole indicare, per superare se stesso e diventare ingrediente del più ampio processo del divenire che trasforma un semplice oggetto in opera d'Arte.
Per realizzare la sua attesa, invocata meta-l-morphosis. "

NICOLETTA PECILE (Responsabile comunicazione, La Contemporanea Studio Art Gallery - Torino



" Ruggine...Tu, sostanza bruno rossiccia, tu, idrossido di ferro, tu dall'effetto tattile e polveroso, con aggressività guerriera, combinata all'aria umida e all'aria, intacchi la superficie del ferro e lo colori e lo dipingi come un artista senza pennello.
Tu corrodi Mia Cara...e dai inizio a quel processo di mutazione cromatica, che toglie al metallo le sue sembianze dure e gelidamente omogenee".
Roberta Ubaldi si innamora di questa modificazione chimica, la interiorizza e la rende complice di quella preparazione che diventa l'originale alternativa alla sua tela, avvolgendo ed ispirando la sua espressione emotiva.
Con l' avvio del processo di ossidazione ha inizio la metamorfosi naturale, un gioco cromatico, un lavoro articolato organizzato per stratificazione, dove il tempo e la mutazione si combinano al talento espressivo dell'artista.
E' subito evidente il contrasto tra la freddezza statica della lamiera ed il tema pittorico concepito.
Quanta incredibile sensibilità si impossessa di questo arcaico materiale!
Porzioni di figure, frammenti di anatomia umana pregni di ingenuo sentimento e di una forza emozionale tale da apparire reali ed intrappolati nella materia.
Il mio occhio sulle sue opere percepisce la "carne" e la "lamiera" che si compenetrano, l'essenza umana che diventa il cuore palpitante del supporto.
Ecco la Vita, ecco che ne si riscopre l' Anima, in un gioco di seducente mutazione.
Come immagini senza tempo, incognite ed incompiute, i ritratti si sfumano e amalgamano nella materia, in una fusione profonda , tormentata, timida e lasciva.
L'identità è nascosta, perpetua, e la forza che pervada incanta.
Ne deriva un'espressione pittorica di forme proporzionate e perfette, dai toni caldi e avvolgenti, che riprendono i colori della scala della ruggine, evidenziando il tratto morbido e maturo di chi ha innata e spontanea l'arte pittorica.
"Orsù, dunque, METALMORPHOSIS, come una parola magica d'elogio alla sensibilità incantevole di uno stile leggiadro e femmineo quale il talento di Roberta Ubaldi. "

CRISTIANA PECILE (Architetto, Gallerista)



" Dall'originale incontro tra la più tradizionale tecnica ad olio e l'azione di recupero di materiali industriali, come lamine di ferro, nasce il raffinato mondo di Roberta Ubaldi.
Un soffuso alternarsi di toni morbidi, dalle luminosità contenute, che con ricercato contrasto si impreziosisce dei moderni procedimenti di trasformazione e di invecchiamento dei supporti metallici di riciclo.
Come un work in progress, una prima azione pilotata dal raziocinio dall'artista, che prevede l'esposizione dei sostegni a eventi naturali, acqua e aria, sembra trasformarsi in rito divinatorio lasciando all'incontrollabile precipitare degli eventi e alla casualità delle ossidazioni importanti libertà di evoluzione.
Nell'attesa della completa fusione con il colore, le pennellate si susseguono difatti delicate, ispirate e guidate dagli andamenti del supporto, svelando le passioni e i pensieri più reconditi di Roberta Ubaldi, artista molto raffinata nell'esecuzione e capace di avviare un gioco di trasparenze e di morbidezze di una eleganza fulgente.
Tuttavia queste visioni ovattate celano un messaggio più profondo, a tratti oscuro, rivelandosi, nell'erosione dei materiali, metafora del trascorrere del tempo.
Un canto all'inesorabile caducità delle cose e della vita stessa che nell' ultima serie " Fantasmi " si rafforza iconograficamente attraverso l'introduzione di presenze misteriose e di soggetti visionari, simboli di ambiguità, in contrasto con le certezze del reale. "

Barbara Angiolini (critico)



" Roberta Ubaldi predilige affidare le sue visioni all'elemento ferroso attendendo pazientemente che, senza alcun ricorso a soluzioni acide, si produca naturalmente un processo di ossidazione, di graduale trasmutazione della materia.
L'intervento di acqua, stoffe, plastiche contribuisce a far sì che l'avvenuto cambiamento nella lamiera acquisti via via una funzione tutt'altro che secondaria svolgendo, al contrario, un ruolo di primaria importanza nella definizione dell'opera.
Ed ecco che, a questo punto, lo scavo nei retaggi interiori comincia a prendere forma, a venire in superficie fino ad adottare il linguaggio della luce.
Si è parlato, in questo caso, di pittura per stratificazioni.
In realtà, questi lavori non nascono da sovrapposizioni quanto da un amalgama, dalla combinazione e dalla fusione di figure ridotte all'essenziale, purificate dello spurio e del ridondante.
Il suo è un affondare nella femminilità dell'essere, alla ricerca dell'archetipo materno, di quell'origine da cui ha inizio il respiro del mondo.
Da qui l'emergere di mani in cerca di vagiti da proteggere, di braccia amorevolmente protese verso infanzie recuperate, di sguardi e labbra che annunciano corpi trattenuti e finalmente liberati.
L'artista ci immette in un viaggio, trasognato e lirico, che parla di noi con tanta intensità da commuoverci, da sciogliere le lacrime come vele al vento dispiegate. "

Prof. Francesco Pullia



" L'opera di Roberta Ubaldi ci fa comprendere quanta ricchezza si può trovare in una "ossidazione" fatta di tempo di stratificazioni dove soltanto la sensibilità e la coscienza di un'artista riesce a leggerci e suggerirci la melanconica suggestione dell'apparizione.
Così il profilo michelangiolesco si materializza sotto i nostri occhi e da una "povera" lamiera affiora la memoria di un passato che è anche la nostra storia. "
Da "Alchimie d'Arte",

Marco Testa (critico d'arte, gallerista)



" L'arte di Roberta Ubaldi è una sorta di maieutica.
Da opache lamiere di ferro, in fase degenerativa, l'artista fa emergere ricchezze inattese: corpi in movimento, mani che si stringono o tendono verso l'alto, volti che occhieggiano.
Forme michelangiolesche affiorano, sfidando le stratificazioni del tempo e della materia erosa.
Anche la ruggine assume le sue valenze, in un percorso artistico che invita all'introspezione, quasi parti inesplorate di sé, erose dalle malinconiche suggestioni di apparenze inattese.
Nelle sue Ossidazioni, l'uomo appare come parti di corpo che, al di là del bene e del male, a fatica emergono dagli incubi sedimentati nella coscienza. "
Da "Il Filo D'Arianna",

Marco Testa (critico d'arte, gallerista)



" Le opere di Roberta Ubaldi nascono da una profonda ricerca tecnica ed introspettiva.
La materia della lamiera, ossidata senza l'uso di processi artificiali, è realizzata con paziente ed attento controllo dell'acqua e del tempo, in susseguenti fasi di stratificazioni di elementi, che l'artista segue e sposta, creando suggestive atmosfere materiche che rispecchiano quelle interiori.
Come Man Ray usava nelle sue opere a contatto un processo tecnico fotografico, dove l'oggetto "impressionato" lasciava la sua sagoma, la sua orma, il ricordo della sua essenza materiale per acquisire un nuovo significato, così Roberta Ubaldi impressiona le lamiere: queste non sono soltanto un supporto materico, bensì il frutto di un processo di mutazione della materia, che nella sua degradazione trova la forza dell'evocazione.
La mutazione fisica è riscattata dalla celebrazione intellettuale: l'ineluttabile processo d'alterazione, che porterebbe alla fine, diventa invece una rinascita.
Trovare un nuovo senso a questa mutazione senza però dimenticare… ed è così che da quelle ossidazioni materiche riaffiorano ricordi, memorie, anime di cui riusciamo a respirare l'alito vitale, poiché noi stessi ne facciamo parte.
Fantasmi emergono suadenti, ancorandoci ad un passato concreto ma proiettandoci in un futuro diverso. Così anche quando poco o niente affiora, sappiamo che quei ricordi sono in essere, sono lì pronti a riemergere come parte importante di ognuno di noi, come "prigioni" che trovano la forza di liberarsi non appena siamo pronti a riconoscerli.
Una rinascita dunque nella coscienza, dove un valore non può sostituirne un altro, nonostante il suo degrado, ma che può soltanto arricchire se soltanto viene riconosciuto… interiorizzato.
L'opera di Roberta Ubaldi dà valore alla realtà mutata: da questa emerge il ricordo di un'emozione; da questa, una realtà nuova. "
Da "Ossidazioni"

Marco Testa (critico d'arte, gallerista)



" Operare artisticamente su oggetti quotidiani, rottami recuperati destinati ad altro uso, presentarli o inserirli in una composizione pittorica non è certamente una novità se è vero com'è vero che questo modo di operare nasce con il dadaismo.
Scegliere un supporto metallico che reca evidenti i segni del tempo e utilizzarne la superficie per imprimere il proprio segno è un modo personale che indica una precisa volontà di ricerca, un desiderio di sperimentare che nasce sicuramente da un'esigenza intimamente sentita.
Superato l'impiego dei supporti pittorici abituali, Roberta esprime il proprio sentire artistico utilizzando superfici ferrose che recano chiare tracce di ossidazione;
le sue opere più recenti si concretizzano tutte con questa scelta operativa.
L'unione fra le ossidazioni " naturali " impresse sul supporto e il personalissimo e colto segno pittorico dell' Autrice crea una simbiosi raffinata che sottolinea la validità della scelta.
Segni indeterminabili si fondono e si integrano con la figura umana che Roberta da sempre predilige, creando un unione cromatica mai discordante.
Sintesi di due pitture quindi, la prima casuale sulla quale si innesta, integrandosi perfettamente, il cromatismo pittorico di Roberta con un'aderenza precisa e raffinata.
Sta in questa cercata integrazione di segni e nella sapiente scelta cromatica personale che nasce un combing-paintings capace di trasmettere emozionanti sensazioni che restano a lungo vive nella memoria. "

Luigi Loretoni (fotografo)



" Una "pittrice-pittrice" dalla formazione artistica istituzionale, che perviene a declinare – dalla pratica delle più diverse tecniche pittoriche classiche – l'interesse per la figurazione (corpi, volti, sguardi) mediandola attraverso la sperimentazione di materiali e tecniche non classiche ( lamiere ferrose ossidate ).
Le introverse ed introspettive visioni della Ubaldi sono drammatiche conformazioni che si agglutinano per affioramento dalle ossidazioni che gli acidi e il tempo determinano sulla superficie ferrosa, processo alchemico di trasmutazione della vita in morte che stabilisce attraverso la dominante cromatica la valenza espressionisticamente significativa di occhi , volti , corpi , corrosi al loro stesso apparire. "

Anna Cochetti (critico)



" Bellissimi ed intensi i lavori artistici.
Originale e rara la tecnica. "

Emanuela Catalano (prof.ssa storia dell'arte)